Numero Uno

Numero Uno
nome

Numero Uno (in originale, Number One Dime)

città

Collina Ammazzamotori, Paperopoli (Calisota, USA)

prima apparizione nei fumetti

Nella storia a fumetti The round Money Bin (Zio Paperone e la Banda Bassotti, 1953) di Carl Barks.

segni particolari

Una fonte d’ispirazione, una lezione di vita, ma per qualcuno è solo un amuleto. Non ditelo a Paperone che si arrabbia.

La Numero Uno è stata inventata da Carl Barks e impiegata più volte nei finali delle sue storie come ultima risorsa, per spuntarla in situazioni difficili. A volte i suoi bordi consumati furono utili a tagliare le corde che legavano i paperi, altre volte fu il pezzetto di spago con cui Paperone la tiene legata alle sue tasche a rivelarsi risolutivo. La si potrebbe considerare il suo portafortuna se non fosse che al solo sentire questa parola, Paperone tende a dare in escandescenze. E non ha torto.

Malgrado quello che sostengono i maligni, questo vecchio decino americano non è l’amuleto responsabile delle sue ricchezze, tutt’altro.
E lo Zione infatti non si stanca di ripeterlo ogni volta che qualcuno cade nell’impertinente insinuazione: lui la sua fortuna se l’è guadagnata col sudore della fronte, imparando ad essere il più duro dei duro, il più furbo dei furbi e facendo quadrare i suoi conti!
Capito??

Tuttavia l’attaccamento che Paperone prova per questa monetina continuerà a spingere l’uomo della strada a cadere nell’equivoco.
Ma cos’è davvero la Numero 1?
Senza dubbio è stata ciò che ispirò Paperone e lo fece diventare quello che è oggi. Tanti anni fa in quel di Glasgow il giovane Paperone aveva intrapreso l’attività di lustrascarpe senza troppa fortuna. Dopo aver lucidato i fangosissimi stivali di Burt lo Scavafossi, il povero ragazzino si ritrovò retribuito con un decino americano, completamente inutile in Scozia. Dietro quella piccola truffa c’era Fergus, il padre di Paperone, che voleva insegnare al figliolo a non fidarsi di chicchessìa. E la lezione servì al suo scopo: da quel momento Paperone decise che non si sarebbe più fatto fregare da nessuno. Inoltre la provenienza del decino lo ispirò ad andare in cerca di fortuna proprio negli Stati Uniti.

Ma è solo con l’introduzione di Amelia che alla monetina viene finalmente dato un ruolo centrale nelle vicende paperopolesi. Questa affascinante fattucchiera ha infatti una missione: realizzare un amuleto che sia capace di darle il cosiddetto Tocco di Mida. Per ottenerlo è necessario fondere insieme le monetine appartenute agli uomini più ricchi del mondo, forte della convinzione che il contatto con loro possa averle rese fortunate. Secondo Amelia sarebbe dunque Paperone ad aver trasmesso benefici influssi alla moneta, non il contrario. Inutile dire che questo pretesto darà vita ad un’eterna contesa che si trascina ancora oggi.

Il cartoonist americano Don Rosa ha aggiunto infine alla storia della Numero Uno un interessante retroscena. Prima di giungere nelle mani di Burt lo Scavafossi, il decino era stato di proprietà di un magnate americano in visita a Glasgow, tale Howard Rockerduck, futuro padre dell’attuale John Davison. Se Paperone sapesse questa verità probabilmente ne riderebbe, ma se lo scoprisse il pivello si mangerebbe ancora una volta il cappello.