Neopard

nome
Groft Van Moor, detto Neopard.
città
Pianeta Armadha
prima apparizione nei fumetti
Nella storia a fumetti I mastini dell’universo (1999) di Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone.
segni particolari
Un mercenario spaziale che si comporta in realtà come un abile commerciante.
Il colonnello Neopard, al secolo Groft Van Moor, è uno scanzonato mercenario spaziale originario del pianeta Armadha, la cui strada tende molto spesso a incrociarsi con quella di Paperinik.
Ad oggi l’abbiamo visto nelle storie I mastini dell’universo (1999), Capitano di ventura (2002) e Troppo vicini (2023), appartenenti ciascuna a una diversa stagione della saga di Pk. Introdotto da Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone, Neopard deve parecchio al carismatico Han Solo interpretato da Harrison Ford nella saga di Star Wars.
La sua ironia, il suo atteggiamento da simpatica canaglia, e la sua lealtà cameratesca nei confronti del suo droide preferito, il fidato Sergente Q’Wynkennon, ne fanno l’ideale controparte disneyana del contrabbandiere ideato da George Lucas.
Il mondo che Sisti crea attorno a Neopard è senza dubbio affascinante.
Neopard infatti più che un guerriero somiglia più a un medio imprenditore: combatte solo tramite droidi da guerra perché, a sua detta, “al giorno d’oggi nessuno è così sciocco da fare la guerra di persona”, e oltre a vincere le battaglie per cui viene ingaggiato si preoccupa soprattutto di non danneggiare le proprie attrezzature, con tutto quello che costano. La sua nave si chiama Dama Elenthari, e deve il nome alla più grande rivale del leopardo spaziale, la mercenaria Alyonesse, che fuori dal lavoro è anche la sua fidanzata e porta appunto il nome di Dama Elenthari Lleyr Dalagh.
Ogni volta che lo incontra, Paperinik si trova a immancabilmente collaborare con lui senza nemmeno rendersene conto, finendo vittima dei suoi bonari tranelli. Eppure non se la prende mai, riconoscendo al leopardo spaziale un certo buonsenso.
Tra le note di colore che fanno entrare Neopard nel cuore dei lettori c’è il linguaggio: in più occasioni lo vediamo esclamare “Plutz”, “Grabbaga Plutz” e “Cyssa”, parole dal significato poco chiaro, ma che, come lui stesso rivela a Pk, costituiscono il turpiloquio dal suo pianeta di provenienza. Il droide che lo accompagna, il sergente Q’Wynkennon, inoltre, si esprime in un esilarante linguaggio apparentemente incomprensibile, che ad una seconda lettura nasconde un segreto: si tratta infatti del dialetto di Broni, il comune in provincia di Pavia che ha dato i natali ad Alessandro Sisti.
Ad oggi l’abbiamo visto nelle storie I mastini dell’universo (1999), Capitano di ventura (2002) e Troppo vicini (2023), appartenenti ciascuna a una diversa stagione della saga di Pk. Introdotto da Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone, Neopard deve parecchio al carismatico Han Solo interpretato da Harrison Ford nella saga di Star Wars.
La sua ironia, il suo atteggiamento da simpatica canaglia, e la sua lealtà cameratesca nei confronti del suo droide preferito, il fidato Sergente Q’Wynkennon, ne fanno l’ideale controparte disneyana del contrabbandiere ideato da George Lucas.
Il mondo che Sisti crea attorno a Neopard è senza dubbio affascinante.
Neopard infatti più che un guerriero somiglia più a un medio imprenditore: combatte solo tramite droidi da guerra perché, a sua detta, “al giorno d’oggi nessuno è così sciocco da fare la guerra di persona”, e oltre a vincere le battaglie per cui viene ingaggiato si preoccupa soprattutto di non danneggiare le proprie attrezzature, con tutto quello che costano. La sua nave si chiama Dama Elenthari, e deve il nome alla più grande rivale del leopardo spaziale, la mercenaria Alyonesse, che fuori dal lavoro è anche la sua fidanzata e porta appunto il nome di Dama Elenthari Lleyr Dalagh.
Ogni volta che lo incontra, Paperinik si trova a immancabilmente collaborare con lui senza nemmeno rendersene conto, finendo vittima dei suoi bonari tranelli. Eppure non se la prende mai, riconoscendo al leopardo spaziale un certo buonsenso.
Tra le note di colore che fanno entrare Neopard nel cuore dei lettori c’è il linguaggio: in più occasioni lo vediamo esclamare “Plutz”, “Grabbaga Plutz” e “Cyssa”, parole dal significato poco chiaro, ma che, come lui stesso rivela a Pk, costituiscono il turpiloquio dal suo pianeta di provenienza. Il droide che lo accompagna, il sergente Q’Wynkennon, inoltre, si esprime in un esilarante linguaggio apparentemente incomprensibile, che ad una seconda lettura nasconde un segreto: si tratta infatti del dialetto di Broni, il comune in provincia di Pavia che ha dato i natali ad Alessandro Sisti.