Deposito

nome
Deposito (in originale, Money Bin)
città
Collina Ammazzamotori, Paperopoli (Calisota, USA)
prima apparizione nei fumetti
Appare nella forma con cui oggi lo conosciamo a partire da The big bin on Killmotor Hill (Zio Paperone e la ghiacciata dei dollari, 1951) di Carl Barks.
segni particolari
Domina la città, e in tutti i sensi. E il quartier generale di Paperon de’ Paperoni e ha tutta l’intenzione di rimanerlo.
Il Deposito di Paperon de’ Paperoni rappresenta il punto di riferimento principale dell’intera Paperopoli.
Costruito in cima alla Collina Ammazzamotori, è il gigantesco forziere in cui Paperone ha stipato buona parte delle sue sostanze, o perlomeno tutto il denaro ricevuto in forma liquida e non depositato nelle sue numerose banche. Ideato dall’architetto Frank Lloyd Drake, noto progettista di granai (e si vede), il deposito domina l’intera città sin dal 1902, ed è lì dentro che Paperone trascorre il suo tempo, occupandosi dei suoi affari oppure, nel tempo libero, sguazzando nella sua enorme piscina aurea. Del resto lui è fatto così, e il denaro è il suo giocattolo. Gli piace “nuotarci dentro come un pesce baleno, scavarci gallerie come una talpa e gettarselo in testa come una doccia”.
Parole sue.
Paperone costruì il Deposito dove un tempo era situato il vecchio Forte Paperopoli, l’avamposto dal quale Cornelius Coot fondò la città che conosciamo. Il fortino, il cui nome originale era stato Fort Drakeborough risaliva al 1579, ed era stato fatto costruire dal corsaro Sir Francis Drake dopo il suo sbarco nel futuro Calisota. Messo da parte tutto quel vecchio (e glorioso) legname, Paperone si diede da fare per innalzare il bizzarro edificio, lasciando impressionati i pochi abitanti di quell’asfittico territorio che un tempo era Paperopoli. Eppure non l’ha sempre utilizzato come dimora.
Nel corso degli anni abbiamo infatti visto Paperone abitare in un gran numero di luoghi differenti, dalla sua villona situata nella periferia di Paperopoli, al più sobrio Palazzo de Paperoni. Ma come spesso accade, gli artisti Disney con il loro dare versioni differenti di una stessa cosa, si sono lentamente influenzati a vicenda fino ad arrivare a definire il Deposito come oggi lo conosciamo. La stessa cupola situata sul tetto è un invenzione italiana, poi adottata in USA per il serial tv Duck Tales.
Il Deposito è oggi a tutti gli effetti la residenza di Paperone. Pur mantenendo attiva la sua tenuta alla periferia di Paperopoli, lo Zione preferisce dormire direttamente lì per tenere sotto controllo il suo impero economico, e per poter avere a portata di mano la sua adorata piscina.
Nell’edificio non è presente solo Paperone con il fedele maggiordomo Battista, ma anche una moltitudine di impiegati come la segretaria Miss Paperett, su cui Paperone vigila con gran severità. Negli anni abbiamo visto il Deposito vivere tante avventure quante il suo proprietario: Paperone l’ha modificato, spostato, fortificato in mille modi diversi, ricostruendolo ogni volta che per una qualche ragione le sue mura si sfaldavano o l’eccessivo carico di denaro finiva per sfondarne il pavimento.
C’è chi ancora lo ritiene un pugno in un occhio ma Paperone non se ne cura: il Deposito rimarrà sulla collina ancora per molto, a ricordare anche al paperopolese più pigro che lavorando duramente per tutta una vita prima o poi in alto ci si arriva.
Costruito in cima alla Collina Ammazzamotori, è il gigantesco forziere in cui Paperone ha stipato buona parte delle sue sostanze, o perlomeno tutto il denaro ricevuto in forma liquida e non depositato nelle sue numerose banche. Ideato dall’architetto Frank Lloyd Drake, noto progettista di granai (e si vede), il deposito domina l’intera città sin dal 1902, ed è lì dentro che Paperone trascorre il suo tempo, occupandosi dei suoi affari oppure, nel tempo libero, sguazzando nella sua enorme piscina aurea. Del resto lui è fatto così, e il denaro è il suo giocattolo. Gli piace “nuotarci dentro come un pesce baleno, scavarci gallerie come una talpa e gettarselo in testa come una doccia”.
Parole sue.
Paperone costruì il Deposito dove un tempo era situato il vecchio Forte Paperopoli, l’avamposto dal quale Cornelius Coot fondò la città che conosciamo. Il fortino, il cui nome originale era stato Fort Drakeborough risaliva al 1579, ed era stato fatto costruire dal corsaro Sir Francis Drake dopo il suo sbarco nel futuro Calisota. Messo da parte tutto quel vecchio (e glorioso) legname, Paperone si diede da fare per innalzare il bizzarro edificio, lasciando impressionati i pochi abitanti di quell’asfittico territorio che un tempo era Paperopoli. Eppure non l’ha sempre utilizzato come dimora.
Nel corso degli anni abbiamo infatti visto Paperone abitare in un gran numero di luoghi differenti, dalla sua villona situata nella periferia di Paperopoli, al più sobrio Palazzo de Paperoni. Ma come spesso accade, gli artisti Disney con il loro dare versioni differenti di una stessa cosa, si sono lentamente influenzati a vicenda fino ad arrivare a definire il Deposito come oggi lo conosciamo. La stessa cupola situata sul tetto è un invenzione italiana, poi adottata in USA per il serial tv Duck Tales.
Il Deposito è oggi a tutti gli effetti la residenza di Paperone. Pur mantenendo attiva la sua tenuta alla periferia di Paperopoli, lo Zione preferisce dormire direttamente lì per tenere sotto controllo il suo impero economico, e per poter avere a portata di mano la sua adorata piscina.
Nell’edificio non è presente solo Paperone con il fedele maggiordomo Battista, ma anche una moltitudine di impiegati come la segretaria Miss Paperett, su cui Paperone vigila con gran severità. Negli anni abbiamo visto il Deposito vivere tante avventure quante il suo proprietario: Paperone l’ha modificato, spostato, fortificato in mille modi diversi, ricostruendolo ogni volta che per una qualche ragione le sue mura si sfaldavano o l’eccessivo carico di denaro finiva per sfondarne il pavimento.
C’è chi ancora lo ritiene un pugno in un occhio ma Paperone non se ne cura: il Deposito rimarrà sulla collina ancora per molto, a ricordare anche al paperopolese più pigro che lavorando duramente per tutta una vita prima o poi in alto ci si arriva.